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CONCORDANZA a SENSO: Come NON sbagliare le FRASI in italiano
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In questo articolo affronteremo il tema della concordanza a senso. Non lasciatevi spaventare dal nome! In realtà si tratta di un semplice concetto che spiegheremo passo passo. Se ne avete già sentito parlare, probabilmente avrete avuto dubbi sull'argomento, a cui nessuno ha mai saputo dare risposte efficaci. Non è così? E allora, se vi interessa scoprire di cosa si tratta e cercate una spiegazione chiara ed esaustiva del concetto di concordanza a senso...continuate a leggere questo articolo!
I 3 tipi di concordanza a senso
Prima di tutto, cosa si intende per concordanza?
La concordanza è l’operazione che facciamo quando creiamo un accordo tra gli elementi di una frase (articoli, aggettivi, nomi, verbi) in genere, numero e persona.
Ovvero, quando cambiamo l’ultima lettera delle parole, al maschile o al femminile, al singolare o al plurale.
Ad esempio:
Caterina è una ragazza simpatica —> è = 3ª persona singolare, perché concorda con il soggetto (Caterina, lei) + una ragazza simpatica, perché concordano con Caterina, a cui si riferiscono, che è singolare e femminile.
Questa è la concordanza “tradizionale”, che tutti avrete studiato e che starete praticando e provando a padroneggiare. Questo tipo di concordanza è chiamato “concordanza grammaticale”, perché segue le regole grammaticali.
Ma l’argomento di questo articolo è, più specificamente, la “concordanza a senso”, che è un altro tipo di concordanza. Questa dà più importanza agli elementi che determinano il senso, il significato della frase, piuttosto che dare importanza alla sua grammatica. Semplificando il concetto, la concordanza a senso risulta essere un po’ più “flessibile” di quella grammaticale.
Ma cosa intendiamo? Vediamolo insieme!
Innanzitutto, è bene sapere che esistono 2 tipi principali di concordanza a senso.
Tipo 1
Il primo tipo avviene quando abbiamo a che fare con un complemento partitivo (ovvero, introdotto da DI, che specifica l’insieme di cui fa parte il nome a cui si riferisce) che regge una proposizione relativa.
E cioè, in breve, stiamo parlando di strutture come “uno di … (un gruppo) che”).
Ecco un esempio:
Laura è una di quelle persone che sa / sanno sempre come comportarsi
Il dubbio è: dopo il pronome relativo CHE, si usa il verbo al singolare (che concorda con “Laura, una”) o al plurale (che concorda con “persone”)?
Cosa ne pensate?
Ebbene, secondo le regole di grammatica e quella che si definisce concordanza grammaticale, il verbo deve concordare con il partitivo, cioè con ciò che si trova dopo il “di” (persone, in questo caso):
Laura è una di quelle persone che sanno sempre come comportarsi (concordanza grammaticale)
Ma, secondo la concordanza a senso, il verbo deve concordare con il nome principale, il soggetto logico che davvero esprime il significato della frase (Laura, in questo caso):
Laura è una di quelle persone che sa sempre come comportarsi (concordanza a senso)
E quindi? Quale delle due è corretta?
La concordanza grammaticale è sempre corretta: seguendo le norme grammaticali, la frase relativa è retta dal complemento partitivo (di quelle persone = nome plurale à verbo al plurale).
Però la concordanza a senso è molto molto comune nella lingua parlata e nelle conversazioni,
I 3 tipi di concordanza a senso
Prima di tutto, cosa si intende per concordanza?
La concordanza è l’operazione che facciamo quando creiamo un accordo tra gli elementi di una frase (articoli, aggettivi, nomi, verbi) in genere, numero e persona.
Ovvero, quando cambiamo l’ultima lettera delle parole, al maschile o al femminile, al singolare o al plurale.
Ad esempio:
Caterina è una ragazza simpatica —> è = 3ª persona singolare, perché concorda con il soggetto (Caterina, lei) + una ragazza simpatica, perché concordano con Caterina, a cui si riferiscono, che è singolare e femminile.
Questa è la concordanza “tradizionale”, che tutti avrete studiato e che starete praticando e provando a padroneggiare. Questo tipo di concordanza è chiamato “concordanza grammaticale”, perché segue le regole grammaticali.
Ma l’argomento di questo articolo è, più specificamente, la “concordanza a senso”, che è un altro tipo di concordanza. Questa dà più importanza agli elementi che determinano il senso, il significato della frase, piuttosto che dare importanza alla sua grammatica. Semplificando il concetto, la concordanza a senso risulta essere un po’ più “flessibile” di quella grammaticale.
Ma cosa intendiamo? Vediamolo insieme!
Innanzitutto, è bene sapere che esistono 2 tipi principali di concordanza a senso.
Tipo 1
Il primo tipo avviene quando abbiamo a che fare con un complemento partitivo (ovvero, introdotto da DI, che specifica l’insieme di cui fa parte il nome a cui si riferisce) che regge una proposizione relativa.
E cioè, in breve, stiamo parlando di strutture come “uno di … (un gruppo) che”).
Ecco un esempio:
Laura è una di quelle persone che sa / sanno sempre come comportarsi
Il dubbio è: dopo il pronome relativo CHE, si usa il verbo al singolare (che concorda con “Laura, una”) o al plurale (che concorda con “persone”)?
Cosa ne pensate?
Ebbene, secondo le regole di grammatica e quella che si definisce concordanza grammaticale, il verbo deve concordare con il partitivo, cioè con ciò che si trova dopo il “di” (persone, in questo caso):
Laura è una di quelle persone che sanno sempre come comportarsi (concordanza grammaticale)
Ma, secondo la concordanza a senso, il verbo deve concordare con il nome principale, il soggetto logico che davvero esprime il significato della frase (Laura, in questo caso):
Laura è una di quelle persone che sa sempre come comportarsi (concordanza a senso)
E quindi? Quale delle due è corretta?
La concordanza grammaticale è sempre corretta: seguendo le norme grammaticali, la frase relativa è retta dal complemento partitivo (di quelle persone = nome plurale à verbo al plurale).
Però la concordanza a senso è molto molto comune nella lingua parlata e nelle conversazioni,