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Il Verbo VENIRE e i suoi USI più STRANI: Impara a Parlare ITALIANO!
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Parleremo del verbo VENIRE in tutti i suoi usi e significati più particolari, certamente non spiegati sui libri di grammatica (almeno non tutti insieme) ma molto molto usati nelle conversazioni quotidiane tra madrelingua!
“VENIRE” e le sue PARTICOLARITÀ
Prima di entrare nel vivo del video, per completezza dobbiamo ripassare i due significati più comuni del verbo VENIRE:
1 - VENIRE esprime provenienza
Carlos viene da Madrid.
L’aereo è venuto da Rio.
Questo vino viene direttamente dal Portogallo.
2 - VENIRE indica “muoversi nella direzione della persona che parla o della persona con cui si parla
Vieni, è pronto il caffè!
La prossima settimana veniamo a trovarti nella tua nuova casa!
Allora, amici! Sabato venite a casa mia per cena!
Vediamo allora quali sono gli altri casi più particolari in cui gli italiani usano il verbo VENIRE! L’ultimo vi lascerà senza parole secondo me!
1 - VENIRE nella forma passiva
Se siete a un livello intermedio o avanzato di italiano, sicuramente questa non vi sembrerà una novità. In ogni caso, facciamo chiarezza.
In italiano, la forma passiva è costituita dal verbo ESSERE (coniugato al modo e al tempo opportuni) + il participio passato del verbo che indica l’azione:
Le esibizioni saranno valutate dai giudici.
Il libro è stato scritto da Mattia.
Però in italiano esiste anche un altro modo di formare il passivo, e cioè usando il verbo VENIRE al posto del verbo ESSERE. Attenzione però: questo è possibile SOLO se lo si coniuga in un tempo semplice (cioè formato da una sola parola) e non composto.
Riprendiamo gli esempi precedenti.
Le esibizioni saranno valutate dai giudici.
In questo caso, il verbo “essere” è coniugato al futuro semplice: questo è un tempo semplice perché è formato da una sola parola, quindi è possibile sostituire “essere” con “venire” nel formare il passivo:
Le esibizioni verranno valutate dai giudici.
Il libro è stato scritto da Mattia.
In questo caso, il verbo “essere” è coniugato al passato prossimo: questo è un tempo composto perché è formato da due parole, quindi non è possibile sostituire “essere” con “venire” nel formare il passivo.
Il libro è venuto scritto da Mattia.
Usare ESSERE oppure VENIRE è completamente una scelta del parlante e generalmente non ci sono differenze: è la stessa cosa.
C’è però un caso in cui si usa VENIRE invece di ESSERE, per evitare equivoci: e cioè quando si deve indicare e sottolineare il processo di un’azione, che potrebbe essere confuso con “essere + aggettivo”, che invece indica lo stato di un’azione.
Vediamo degli esempi:
Le porte del negozio vengono chiuse alle 8 ogni sera.
Le porte del negozio sono chiuse alle 8 ogni sera.
Se uso VENIRE, non ci sono dubbi ed è chiaro che l’azione avviene proprio alle 8. Il mio interlocutore, nel sentire quella frase, immagina le porte che si chiudono proprio alle 8.
Se uso ESSERE, invece, è molto meno chiaro: “sono chiuse” può anche essere interpretato come la descrizione di una situazione, ma magari l’azione è successa molto prima. Magari io passo dal negozio ogni sera e vedo le porte già...
“VENIRE” e le sue PARTICOLARITÀ
Prima di entrare nel vivo del video, per completezza dobbiamo ripassare i due significati più comuni del verbo VENIRE:
1 - VENIRE esprime provenienza
Carlos viene da Madrid.
L’aereo è venuto da Rio.
Questo vino viene direttamente dal Portogallo.
2 - VENIRE indica “muoversi nella direzione della persona che parla o della persona con cui si parla
Vieni, è pronto il caffè!
La prossima settimana veniamo a trovarti nella tua nuova casa!
Allora, amici! Sabato venite a casa mia per cena!
Vediamo allora quali sono gli altri casi più particolari in cui gli italiani usano il verbo VENIRE! L’ultimo vi lascerà senza parole secondo me!
1 - VENIRE nella forma passiva
Se siete a un livello intermedio o avanzato di italiano, sicuramente questa non vi sembrerà una novità. In ogni caso, facciamo chiarezza.
In italiano, la forma passiva è costituita dal verbo ESSERE (coniugato al modo e al tempo opportuni) + il participio passato del verbo che indica l’azione:
Le esibizioni saranno valutate dai giudici.
Il libro è stato scritto da Mattia.
Però in italiano esiste anche un altro modo di formare il passivo, e cioè usando il verbo VENIRE al posto del verbo ESSERE. Attenzione però: questo è possibile SOLO se lo si coniuga in un tempo semplice (cioè formato da una sola parola) e non composto.
Riprendiamo gli esempi precedenti.
Le esibizioni saranno valutate dai giudici.
In questo caso, il verbo “essere” è coniugato al futuro semplice: questo è un tempo semplice perché è formato da una sola parola, quindi è possibile sostituire “essere” con “venire” nel formare il passivo:
Le esibizioni verranno valutate dai giudici.
Il libro è stato scritto da Mattia.
In questo caso, il verbo “essere” è coniugato al passato prossimo: questo è un tempo composto perché è formato da due parole, quindi non è possibile sostituire “essere” con “venire” nel formare il passivo.
Il libro è venuto scritto da Mattia.
Usare ESSERE oppure VENIRE è completamente una scelta del parlante e generalmente non ci sono differenze: è la stessa cosa.
C’è però un caso in cui si usa VENIRE invece di ESSERE, per evitare equivoci: e cioè quando si deve indicare e sottolineare il processo di un’azione, che potrebbe essere confuso con “essere + aggettivo”, che invece indica lo stato di un’azione.
Vediamo degli esempi:
Le porte del negozio vengono chiuse alle 8 ogni sera.
Le porte del negozio sono chiuse alle 8 ogni sera.
Se uso VENIRE, non ci sono dubbi ed è chiaro che l’azione avviene proprio alle 8. Il mio interlocutore, nel sentire quella frase, immagina le porte che si chiudono proprio alle 8.
Se uso ESSERE, invece, è molto meno chiaro: “sono chiuse” può anche essere interpretato come la descrizione di una situazione, ma magari l’azione è successa molto prima. Magari io passo dal negozio ogni sera e vedo le porte già...