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10 Espressioni Centenarie Ancora Vive e Usate in Italia: Scopri il Loro Percorso nel Tempo!
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Una domanda che ricevo spesso dai miei studenti è “Perché si dice…?”, riguardo a una determinata espressione. In italiano esistono molte espressioni con un significato diverso da quello letterale, che possono risultare strane e incomprensibili per chi non conosce il loro uso. In questo video, ho selezionato 10 espressioni apparentemente bizzarre e vi spiegherò perché ognuna di loro “si dice così”, qual è la loro storia. Pronti a scoprirle insieme?
ORIGINE DI 10 ESPRESSIONI IDIOMATICHE ITALIANE
In questo articolo troverete la storia e la spiegazione di 10 espressioni idiomatiche, molto usate dagli italiani.
1. Rendere pan per focaccia
Ricambiare un'offesa o un torto subito; vendicarsi con qualcuno, spesso con una cattiveria maggiore.
Dunque, è un po’ come “occhio per occhio, dente per dente”, ma peggio: perché la vendetta non è della stessa intensità del torto, ma più forte.
Risale al Medioevo; però, l’espressione ha assunto questo significato negativo solo con il passare del tempo.
In origine era molto positiva: infatti, deriva dalla vecchia usanza di buon vicinato di scambiarsi pane e focacce.
Quando le massaie non avevano abbastanza farina, ne chiedevano un po' in prestito alle loro vicine e poi ricambiavano il favore offrendo loro delle focacce. A loro volta, queste vicine preparavano il pane e lo offrivano alle altre, e così via in un circolo infinito di generosità e buone maniere: insomma, del pane per restituire il favore delle focacce.
2. Che pizza!
Sì, ok, la pizza è buona e nessuno ne dubita, ma questo modo di dire ha un significato tutt'altro che positivo. È un’esclamazione usata in riferimento a qualcosa di noioso o fastidioso.
Ad esempio, se qualcuno esclama: “Che pizza che sei!” ti sta comunicando che il tuo atteggiamento non gli è molto gradito. Oppure quando qualcuno ci chiede di fare qualcosa che non abbiamo proprio voglia di fare possiamo dire “Che pizza!”.
Ma perché proprio la pizza che tutti amano è associata a qualcosa di noioso e fastidioso?
Il significato di questa espressione deriva dalla noia, dal fastidio e dall'impazienza che si provano quando si aspetta con grande attesa il processo di lievitazione della pizza, che in genere richiede parecchie ore.
3. Prendere due piccioni con una fava
È uno tra i detti italiani più famosi, ancora oggi largamente utilizzato in italiano e conosciuto da moltissimi stranieri.
Indica che sono stati raggiunti due obiettivi con un’unica mossa; in altre parole, con una singola azione si ottengono due risultati positivi.
Trae la sua origine da una tecnica utilizzata in passato dai cacciatori, che consisteva nell'utilizzare una fava come esca per catturare i colombi selvatici, più di uno in un solo colpo.
4. Per filo e per segno
Letteralmente significa “in modo molto accurato”, “minuziosamente”, “curando i particolari”. È utilizzata quando un'azione è svolta con grandissima precisione o quando un concetto è spiegato con particolare accuratezza.
L'origine dell'espressione si riconduce al lavoro dei taglialegna e degli imbianchini del passato. Per lavorare, dovevano “battere la corda”, ovvero trattenere sulle superfici un filo bagnato nella vernice per poi lasciarlo andare di colpo. Così facendo, si creava un'impronta che funzionasse come tracciato per imbiancare e segare in modo perfetto, senza errori.
5. L'abito non fa il monaco
ORIGINE DI 10 ESPRESSIONI IDIOMATICHE ITALIANE
In questo articolo troverete la storia e la spiegazione di 10 espressioni idiomatiche, molto usate dagli italiani.
1. Rendere pan per focaccia
Ricambiare un'offesa o un torto subito; vendicarsi con qualcuno, spesso con una cattiveria maggiore.
Dunque, è un po’ come “occhio per occhio, dente per dente”, ma peggio: perché la vendetta non è della stessa intensità del torto, ma più forte.
Risale al Medioevo; però, l’espressione ha assunto questo significato negativo solo con il passare del tempo.
In origine era molto positiva: infatti, deriva dalla vecchia usanza di buon vicinato di scambiarsi pane e focacce.
Quando le massaie non avevano abbastanza farina, ne chiedevano un po' in prestito alle loro vicine e poi ricambiavano il favore offrendo loro delle focacce. A loro volta, queste vicine preparavano il pane e lo offrivano alle altre, e così via in un circolo infinito di generosità e buone maniere: insomma, del pane per restituire il favore delle focacce.
2. Che pizza!
Sì, ok, la pizza è buona e nessuno ne dubita, ma questo modo di dire ha un significato tutt'altro che positivo. È un’esclamazione usata in riferimento a qualcosa di noioso o fastidioso.
Ad esempio, se qualcuno esclama: “Che pizza che sei!” ti sta comunicando che il tuo atteggiamento non gli è molto gradito. Oppure quando qualcuno ci chiede di fare qualcosa che non abbiamo proprio voglia di fare possiamo dire “Che pizza!”.
Ma perché proprio la pizza che tutti amano è associata a qualcosa di noioso e fastidioso?
Il significato di questa espressione deriva dalla noia, dal fastidio e dall'impazienza che si provano quando si aspetta con grande attesa il processo di lievitazione della pizza, che in genere richiede parecchie ore.
3. Prendere due piccioni con una fava
È uno tra i detti italiani più famosi, ancora oggi largamente utilizzato in italiano e conosciuto da moltissimi stranieri.
Indica che sono stati raggiunti due obiettivi con un’unica mossa; in altre parole, con una singola azione si ottengono due risultati positivi.
Trae la sua origine da una tecnica utilizzata in passato dai cacciatori, che consisteva nell'utilizzare una fava come esca per catturare i colombi selvatici, più di uno in un solo colpo.
4. Per filo e per segno
Letteralmente significa “in modo molto accurato”, “minuziosamente”, “curando i particolari”. È utilizzata quando un'azione è svolta con grandissima precisione o quando un concetto è spiegato con particolare accuratezza.
L'origine dell'espressione si riconduce al lavoro dei taglialegna e degli imbianchini del passato. Per lavorare, dovevano “battere la corda”, ovvero trattenere sulle superfici un filo bagnato nella vernice per poi lasciarlo andare di colpo. Così facendo, si creava un'impronta che funzionasse come tracciato per imbiancare e segare in modo perfetto, senza errori.
5. L'abito non fa il monaco