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10 Parole Inventate da Scrittori Italiani
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Vi siete mai chiesti chi abbia inventato le parole che utilizziamo quasi ogni giorno?
Non ho la risposta per tutte tutte le parole italiane, ma ce ne sono un sacco che sono state inventate da scrittori italiani, e che noi usiamo quotidianamente senza saperlo! Scopriamole insieme!
Non solo Dante! A chi si devono le parole italiane?
1. Sappiamo tutti cos’è una PIADINA, non è vero?
Si tratta di una sfoglia come una focaccia piatta, sottile, non lievitata e circolare, che si consuma a fette oppure piegata in due e farcita a piacere.
Ma chi ha inventato la parola?
Ebbene, il termine è stato inventato dallo scrittore italiano Giovanni Pascoli, nato e cresciuto in Emilia-Romagna, patria della piadina.
Infatti, più precisamente, è stato lui a italianizzare il termine dialettale romagnolo “piè” in “piada”, in seguito “piadina”.
Addirittura Pascoli ha scritto una poesia dedicata alla piadina! Nel poemetto, la elogia, considerandola un alimento antico quasi quanto l’uomo, e definendola “il pane nazionale dei Romagnoli”.
E voi? L’avete mai mangiata?
2. Adesso parliamo di un aggettivo: MOLESTO.
“Molesto” indica qualcuno o qualcosa che, con la propria azione o la propria presenza, provoca una sensazione di irritazione o disagio. Come una mosca per esempio, oppure una persona che si lamenta in continuazione!
Ebbene, in pochi lo sanno, ma questo aggettivo deriva dal latino molestus ed è associato a Dante.
In realtà, si pensa che non lo abbia inventato proprio da zero: sembrerebbe infatti che il termine esistesse già ai suoi tempi, ma è sicuramente grazie a lui che si è affermato e si è diffuso ampiamente. Infatti, Dante lo ha usato molto nella sua Divina Commedia:
“Or vedi la pena molesta,
tu che, spirando, vai veggendo i morti:
vedi s’alcuna è grande come questa.”
“La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio
a la qual forse fui troppo molesto.”
3. Un altro detto che si deve a Dante è SENZA INFAMIA E SENZA LODE...
In realtà questa è la versione italianizzata dell’originale dantesco “sanza ’nfamia e sanza lodo”.
Nella Divina Commedia, è utilizzato da Virgilio per descrivere a Dante gli ignavi, i dannati che, durante la propria esistenza terrena, non hanno mai agito né nel bene né nel male, non hanno mai seguito un proprio ideale.
Infatti, oggigiorno il detto indica qualcosa di mediocre, che non ha proprio niente di speciale.
Per saperne di più su quanto Dante abbia influenzato la lingua italiana, potete leggere il nostro articolo dedicato alle espressioni che ancora oggi utilizziamo frequentemente e che sono state inventate proprio da lui!
4. Anche Giacomo Leopardi è il padre di nuove parole, come INCOMBERE
Il poeta di Recanati, però, ha dato vita a termini che sono estremamente raffinati e di tono elevato, e perciò non molto diffusi nella vita di tutti i giorni.
Un esempio? Il verbo INCOMBERE.
Questo verbo si riferisce generalmente a fatti gravi o situazioni minacciose, e significa “essere imminente”.
Per esempio:
Non ho la risposta per tutte tutte le parole italiane, ma ce ne sono un sacco che sono state inventate da scrittori italiani, e che noi usiamo quotidianamente senza saperlo! Scopriamole insieme!
Non solo Dante! A chi si devono le parole italiane?
1. Sappiamo tutti cos’è una PIADINA, non è vero?
Si tratta di una sfoglia come una focaccia piatta, sottile, non lievitata e circolare, che si consuma a fette oppure piegata in due e farcita a piacere.
Ma chi ha inventato la parola?
Ebbene, il termine è stato inventato dallo scrittore italiano Giovanni Pascoli, nato e cresciuto in Emilia-Romagna, patria della piadina.
Infatti, più precisamente, è stato lui a italianizzare il termine dialettale romagnolo “piè” in “piada”, in seguito “piadina”.
Addirittura Pascoli ha scritto una poesia dedicata alla piadina! Nel poemetto, la elogia, considerandola un alimento antico quasi quanto l’uomo, e definendola “il pane nazionale dei Romagnoli”.
E voi? L’avete mai mangiata?
2. Adesso parliamo di un aggettivo: MOLESTO.
“Molesto” indica qualcuno o qualcosa che, con la propria azione o la propria presenza, provoca una sensazione di irritazione o disagio. Come una mosca per esempio, oppure una persona che si lamenta in continuazione!
Ebbene, in pochi lo sanno, ma questo aggettivo deriva dal latino molestus ed è associato a Dante.
In realtà, si pensa che non lo abbia inventato proprio da zero: sembrerebbe infatti che il termine esistesse già ai suoi tempi, ma è sicuramente grazie a lui che si è affermato e si è diffuso ampiamente. Infatti, Dante lo ha usato molto nella sua Divina Commedia:
“Or vedi la pena molesta,
tu che, spirando, vai veggendo i morti:
vedi s’alcuna è grande come questa.”
“La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio
a la qual forse fui troppo molesto.”
3. Un altro detto che si deve a Dante è SENZA INFAMIA E SENZA LODE...
In realtà questa è la versione italianizzata dell’originale dantesco “sanza ’nfamia e sanza lodo”.
Nella Divina Commedia, è utilizzato da Virgilio per descrivere a Dante gli ignavi, i dannati che, durante la propria esistenza terrena, non hanno mai agito né nel bene né nel male, non hanno mai seguito un proprio ideale.
Infatti, oggigiorno il detto indica qualcosa di mediocre, che non ha proprio niente di speciale.
Per saperne di più su quanto Dante abbia influenzato la lingua italiana, potete leggere il nostro articolo dedicato alle espressioni che ancora oggi utilizziamo frequentemente e che sono state inventate proprio da lui!
4. Anche Giacomo Leopardi è il padre di nuove parole, come INCOMBERE
Il poeta di Recanati, però, ha dato vita a termini che sono estremamente raffinati e di tono elevato, e perciò non molto diffusi nella vita di tutti i giorni.
Un esempio? Il verbo INCOMBERE.
Questo verbo si riferisce generalmente a fatti gravi o situazioni minacciose, e significa “essere imminente”.
Per esempio: